Da Canterbury a Roma: sono i 1.800 chilometri di cammino in 79 tappe della Via Francigena, candidata a diventare finalmente Patrimonio Unesco per il tratto italiano.
Un pellegrinaggio che attraversa Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra, di cui la provincia di Pavia, per ciò che concerne il Belpaese, è certamente lo sfondo principale, con quei paesaggi di rara bellezza che si stagliano tra risaie, campi e piccoli comuni affacciati sul Po al confine con il lodigiano. Meta non solo religiosa, ma anche culturale e naturalistica, è oggi percorsa da chi ama il turismo lento e sostenibile.
Un po’ di storia
Perché Francigena? Il nome significa “strada originata dalla Francia”, perché nell’accezione medioevale si intendeva indicare oltre alla Francia attuale il territorio che si estende lungo l’asse renano sino ai Paesi Bassi. Questa via è stata, nel Medioevo, la direttrice privilegiata per mettere in comunicazione le città del regno italico con il mondo d’oltralpe. La strada nacque dall’esigenza dei Longobardi di collegare Pavia, capitale del loro regno, con i ducati meridionali di Benevento e Cassino attraverso un corridoio interno che fosse protetto da eventuali attacchi bizantini, padroni del litorale toscano, delle coste liguri, dell’Umbria e degli sbocchi appenninici orientali. Da Pavia, attraverso il Passo dell’attuale Cisa, la strada raggiungeva Lucca, percorreva la Val d’Elsa sino a Siena, attraversava le vallate dell’Arbia, dell’Orcia, toccava S.Sepolcro, Bolsena per poi immettersi sull’antico tracciato della Via Cassia e giungere a Roma.
La Francigena pavese e i siti da non perdere lungo il percorso
Crocevia di pellegrini da tutto il mondo, in Lombardia il cammino si snoda per oltre 120 km, in 6 tappe distinte, che toccano per l’85% la provincia di Pavia. Non è sempre la fede a muovere i camminanti: molti intendono la Via come meta culturale, percorrendo una o più tappe in modo lento, per apprezzare le bellezze turistiche, e l’enogastronomia del territorio. Il punto di partenza è a Palestro con la chiesa di San Martino di Tours; da qui si inizia a camminare tra boschi e risaie sino a raggiungere Robbio, la romanica, con la chiesa di San Valeriano. Prima di arrivare a Mortara, una manciata di chilometri prima, vale la pena di visitare la chiesetta gotica di Santa Maria del Campo, che custodisce l’affresco della Madonna del Latte di Tommasino da Mortara. La Basilica di Sant’Albino, l’ Abbazia di Santa Croce e la Basilica di San Lorenzo, nel cuore di Mortara, sono tappa fondamentale del cammino. La seconda tappa prende il via a Tromello,
si giunge al Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco, e, passando per Gropello Cairoli, si arriva nel Parco del Ticino. Qui lo scenario è unico e affascina i camminanti, il cui sguardo si perde tra specchi d’acqua, volo di aironi, e verdeggianti radure. Da Zerbolò si percorre l’argine che porta direttamente a Pavia, nel suo pittoresco Borgo Ticino dove fare tappa per la visita alla chiesa di Santa Maria in Betlem. Pavia necessita di una sosta più lunga, ma i luoghi da cerchiare sulla mappa sono certamente la basilica di San Michele; la basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, che custodisce le spoglie di Sant’Agostino, Severino Boezio e Re Liutprando; la chiesa di San Teodoro; il Duomo, con la sua cupola ottagonale simbolo della città; la basilica di Santa Maria del Carmine; la chiesa di San Lazzaro, la chiesa dei Santi Primo e Feliciano, custode di un trittico del XIV secolo; la basilica e il chiostro di San Lanfranco. L’ultima tappa si snoda tra le campagne del Basso Pavese, da Santa Cristina e Bissone, lungo l’argine del Po, sino ad arrivare a Chignolo Po.